mercoledì 20 gennaio 2016

Salemme, Buccirosso e le malefemmene Autieri e D'Aquino, con Calabresi cocco di papà Giuffrè. Se mi lasci non vale, la commedia dell'arte (con tradimenti) è servita. Produce la IIF di Fulvio e Federica Lucisano insieme a Warner Bros che distribuisce il film in 300 copie. Dal 21 gennaio al cinema.



Era il 1998. Il napoletano di Bacoli, Vincenzo Salemme, debuttava nei cinema con la commedia L'amico del cuore. Un film tutto suo: regista, sceneggiatore e interprete, dopo venti anni di gavetta teatrale e parti secondarie con Nanni Moretti e Mario Martone. La pellicola, a sorpresa, andò benissimo. Da allora il folletto partenopeo non si è più fermato e ad oggi viaggia con la media di più di un film all'anno, dietro e davanti la macchina da presa.
Due anni fa, dopo una pausa di 6 anni dal suo ultimo da regista (No problem), il ritorno con la trasposizione cinematografica dell'omonima opera teatale ...E fuori nevica! nata nel 1995 da un'idea di Enzo Iacchetti.
Ora, torna a distanza di due anni, ispiratissimo, con un soggetto propostogli da Paolo Genovese (il regista di Immaturi e dell'imminente Perfetti sconosciuti) e il giovane Martino Coli, ritornando ad autodirigersi con lo smalto del suo primo.

In questo delizioso Se mi lasci non vale, Salemme interpreta Vincenzo (sì, come il suo nome vero), un uomo spietato e con poco sentimento ma innamorato della sua fidanzata Sara (Serena Autieri), una romantica sognatrice. Un giorno Vincenzo incontra Paolo (Calabresi, anche lui nel film si chiama con il nome vero), un bravo ragazzo, sensibile e "papone" (infatti vive con il padre interpretato da Carlo Giuffrè) disperato perchè lasciato dalla cinica e arrivista, donna in carriera Federica (Tosca D'Aquino).
Quando Paolo fa scoprire a Vincenzo che Sara lo tradisce, pensa di poter vendicare entrambi con un piano diabolico: Paolo farà innamorare Sara per poterla poi lasciare e Vincenzo farà innamorare Federica per poi abbandonarla. Per la riuscita, i due si scambiano tutti i segreti che riguardano le due, in modo da far leva sui loro punti deboli. L'imbranato Paolo si fingerà un vegano, amante di romanzi e di musica, per colpire il cuore e i sentimenti di Sara e Vincenzo un ricco magnate, il cavaliere Ludovisi, per colpire Federica, interessata solo al denaro e al potere. Per aiutarli, chiederanno di fare l'autista del cavaliere all'amico di Paolo, Alberto (Carlo Buccirosso), un attore convinto di essere un grande, ma in realtà scarso e squattrinato. Riusciranno nell'impresa?

Riguardando la filmografia di Salemme, posso dire di avere visto quasi tutto, apprezzandolo sempre. Questo suo nuovo Se mi lasci non vale non è da meno rispetto alle sue 9 precedenti creature. Anzi, probabilmente è il suo film più riuscito. Una storia d'amore, amicizia, vendetta e tradimenti sul solco della commedia dell'arte tanto cara a Totò e ai De Filippo, in cui i punti forti sono: i bravissimi comprimari (non a caso vengono tutti dal teatro), una sceneggiatura originale, una regia perfetta con parecchi piani sequenza, le musiche di Antonio Boccia (con l'inedita Vita mia cantata durante il film, prima da Serena Autieri in un karaoke, poi, fuori campo, l'originale incisa e interpretata da un sorprendente Salemme in versione cantante), un omaggio a Pino Daniele con Che male c'è, un lieto fine a metà, un grande Carlo Giuffrè (che torna al grande schermo dopo il Pinocchio di Benigni del 2002), i duetti comici tra Salemme e Buccirosso (che è quello che mi fa ridere di più), un Paolo Calabresi in un ruolo fuori dai suoi standard e alla prima esperienza con Salemme, le ottime Serena Autieri (di nuovo compagna di set di Salemme dopo Sapore di te) e Tosca D'Aquino (anche lei già più volte spalla di Vincenzo al cinema e di Panariello in tv), alcuni caratteristi molto bravi, tra i quali Veronica Mazza, già vista in La valigia sul letto di Eduardo Tartaglia (altro titolo che richiama subito lo stesso successo discografico di Julio Iglesias, appunto Se mi lasci non vale).

Attori, si nasce. Sipario!!!


Note di regia

"Se mi lasci non vale" è un film che rappresenta per me una novità nella mia personale
carriera di regista. Innanzitutto perché la sceneggiatura nasce da un'idea non mia (il
soggetto mi é stato proposto da Paolo Genovese e Martino Coli) e poi perché per la prima
volta (forse anche in un altro mio precedente film: "SMS", ci avevo provato), ho cercato di
rappresentare la vicenda mantenendo un tono narrativo molto naturale, senza estremismi
nella recitazione pur non rinunciando alla comicità.
Il film si prestava molto a questo stile più realistico perché tratta due temi, l'amicizia e
l'amore, che per loro stessa natura devono essere credibili. Il pubblico in sala deve potersi
riconoscere nei personaggi della storia perché solo così si crea quell'empatia necessaria
alla riuscita del film.
Sono contento del lavoro svolto. Il racconto procede in modo semplice e leggero e lo
spettatore può seguire l'intreccio della vicenda riconoscendosi via via nelle divertenti
strategie da commedia brillante che i vari personaggi del film mettono in atto per
raggiungere i loro scopi.
Devo dire che gran merito nella buona riuscita di questo progetto lo devo agli interpreti.
Tutti molto comunicativi e tutti, allo stesso tempo, comici e credibili.
Con Carlo Buccirosso siamo riusciti a ricreare quella forte alchimia che i molti anni passati
a recitare insieme ci hanno regalato. In questo film poi, per la prima volta, sarà lui a
mettere in difficoltà me, sarà lui il "carnefice" creando un effetto ancora più comico. Salvo
poi pagare le conseguenze della sua buffa arroganza restituendomi in qualche modo il
privilegio di tormentarlo.
Con Paolo Calabresi é stato un rapporto immediatamente positivo. Anche in questo caso
una fortunata novità. Lui è romano, temeva di entrare in un contesto troppo segnato dalla
napoletanitá degli altri interpreti ed invece si é sentito a casa. Si é rivelato un eccellente
attore, capace di toccare corde fortemente comiche insieme a note dolcemente
romantiche.
Ottimi i suoi "testa a testa" con la bellissima Serena Autieri. Hanno creato insieme una
coppia di innamorati divertente e allo stesso tempo capace di regalare al pubblico un
storia d'amore delicata e vincente.
Tosca d'Aquino mi ha sorpreso per la sua bellezza che dai tempi più acerbi del suo exploit
con Pieraccioni ha ora acquistato uno spessore espressivo che la rende ancora più
affascinante di prima. E poi fa ridere Tosca. Moltissimo. É davvero una caratterista bella,
combinazione che nel panorama del cinema italiano conta poche rappresentanti.
Infine ho avuto l'onore di una fantastica partecipazione del grande Carlo Giuffre’, padre di
Paolo nel film. Oltre ad avere interpretato magnificamente il proprio ruolo, é anche riuscito
a dare al personaggio di Paolo, una umanità molto profonda.
Altra novità è stata la collaborazione con Alessandro Pesci le cui capacità tecniche
conoscevo solo dai film che avevo visto in sala. Lavorarci fianco a fianco é stata
certamente una mossa indovinata ed il film ne ha tratto un grande giovamento perché,
come si dice nel proverbio, "l'occhio vuole la sua parte", e questo, sopratutto al cinema, é
davvero fondamentale.
Insomma io del film sono molto contento e spero ovviamente che ancora più contento sia il
pubblico quando lo vedrà in sala.

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