Salemme,
Buccirosso e le malefemmene Autieri e D'Aquino, con Calabresi cocco
di papà Giuffrè. Se mi lasci non vale, la commedia dell'arte (con
tradimenti) è servita. Produce la IIF di Fulvio e Federica Lucisano
insieme a Warner Bros che distribuisce il film in 300 copie. Dal 21
gennaio al cinema.
Era
il 1998. Il napoletano di Bacoli, Vincenzo Salemme, debuttava
nei cinema con la commedia L'amico del cuore. Un film tutto
suo: regista, sceneggiatore e interprete, dopo venti anni di gavetta
teatrale e parti secondarie con Nanni Moretti e Mario
Martone. La pellicola, a sorpresa, andò benissimo. Da allora il
folletto partenopeo non si è più fermato e ad oggi viaggia con la
media di più di un film all'anno, dietro e davanti la macchina da
presa.
Due
anni fa, dopo una pausa di 6 anni dal suo ultimo da regista (No
problem), il ritorno con la trasposizione cinematografica
dell'omonima opera teatale ...E fuori nevica! nata nel 1995 da
un'idea di Enzo Iacchetti.
Ora,
torna a distanza di due anni, ispiratissimo, con un soggetto
propostogli da Paolo Genovese (il regista di Immaturi
e dell'imminente Perfetti sconosciuti) e il giovane Martino
Coli, ritornando ad autodirigersi con lo smalto del suo primo.
In
questo delizioso Se mi lasci non vale, Salemme interpreta
Vincenzo (sì, come il suo nome vero), un uomo spietato e con
poco sentimento ma innamorato della sua fidanzata Sara (Serena
Autieri), una romantica sognatrice. Un giorno Vincenzo incontra
Paolo (Calabresi, anche lui nel film si chiama con il
nome vero), un bravo ragazzo, sensibile e "papone" (infatti
vive con il padre interpretato da Carlo Giuffrè) disperato
perchè lasciato dalla cinica e arrivista, donna in carriera Federica
(Tosca D'Aquino).
Quando
Paolo fa scoprire a Vincenzo che Sara lo tradisce, pensa di poter
vendicare entrambi con un piano diabolico: Paolo farà innamorare
Sara per poterla poi lasciare e Vincenzo farà innamorare Federica
per poi abbandonarla. Per la riuscita, i due si scambiano tutti i
segreti che riguardano le due, in modo da far leva sui loro punti
deboli. L'imbranato Paolo si fingerà un vegano, amante di romanzi e
di musica, per colpire il cuore e i sentimenti di Sara e Vincenzo un
ricco magnate, il cavaliere Ludovisi, per colpire Federica,
interessata solo al denaro e al potere. Per aiutarli, chiederanno di
fare l'autista del cavaliere all'amico di Paolo, Alberto (Carlo
Buccirosso), un attore convinto di essere un grande, ma in realtà
scarso e squattrinato. Riusciranno nell'impresa?
Riguardando
la filmografia di Salemme, posso dire di avere visto quasi tutto,
apprezzandolo sempre. Questo
suo nuovo Se mi lasci non vale non è da meno rispetto alle sue 9
precedenti creature. Anzi, probabilmente è il suo film più
riuscito. Una storia d'amore, amicizia, vendetta e tradimenti sul
solco della commedia dell'arte tanto cara a Totò e ai De Filippo, in
cui i punti forti sono: i bravissimi comprimari (non a caso vengono
tutti dal teatro), una sceneggiatura originale, una regia perfetta
con parecchi piani sequenza, le musiche di Antonio Boccia (con
l'inedita Vita mia cantata durante il film, prima da Serena
Autieri in un karaoke, poi, fuori campo, l'originale incisa e
interpretata da un sorprendente Salemme in versione cantante),
un omaggio a Pino Daniele con Che male c'è, un lieto fine a metà,
un grande Carlo Giuffrè (che torna al grande schermo dopo il
Pinocchio di Benigni del 2002), i duetti comici tra Salemme e
Buccirosso (che è quello che mi fa ridere di più), un Paolo
Calabresi in un ruolo fuori dai suoi standard e alla prima esperienza
con Salemme, le ottime Serena Autieri (di nuovo compagna di set di
Salemme dopo Sapore di te) e Tosca D'Aquino (anche lei già
più volte spalla di Vincenzo al cinema e di Panariello in tv),
alcuni caratteristi molto bravi, tra i quali Veronica Mazza,
già vista in La valigia sul letto di Eduardo Tartaglia (altro titolo
che richiama subito lo stesso successo discografico di Julio
Iglesias, appunto Se mi lasci non vale).
Attori,
si nasce. Sipario!!!
Note
di regia
"Se
mi lasci non vale" è un film che rappresenta per me una novità
nella mia personale
carriera
di regista. Innanzitutto perché la sceneggiatura nasce da un'idea
non mia (il
soggetto
mi é stato proposto da Paolo Genovese e Martino Coli) e poi perché
per la prima
volta
(forse anche in un altro mio precedente film: "SMS", ci
avevo provato), ho cercato di
rappresentare
la vicenda mantenendo un tono narrativo molto naturale, senza
estremismi
nella
recitazione pur non rinunciando alla comicità.
Il
film si prestava molto a questo stile più realistico perché tratta
due temi, l'amicizia e
l'amore,
che per loro stessa natura devono essere credibili. Il pubblico in
sala deve potersi
riconoscere
nei personaggi della storia perché solo così si crea quell'empatia
necessaria
alla
riuscita del film.
Sono
contento del lavoro svolto. Il racconto procede in modo semplice e
leggero e lo
spettatore
può seguire l'intreccio della vicenda riconoscendosi via via nelle
divertenti
strategie
da commedia brillante che i vari personaggi del film mettono in atto
per
raggiungere
i loro scopi.
Devo
dire che gran merito nella buona riuscita di questo progetto lo devo
agli interpreti.
Tutti
molto comunicativi e tutti, allo stesso tempo, comici e credibili.
Con
Carlo Buccirosso siamo riusciti a ricreare quella forte alchimia che
i molti anni passati
a
recitare insieme ci hanno regalato. In questo film poi, per la prima
volta, sarà lui a
mettere
in difficoltà me, sarà lui il "carnefice" creando un
effetto ancora più comico. Salvo
poi
pagare le conseguenze della sua buffa arroganza restituendomi in
qualche modo il
privilegio
di tormentarlo.
Con
Paolo Calabresi é stato un rapporto immediatamente positivo. Anche
in questo caso
una
fortunata novità. Lui è romano, temeva di entrare in un contesto
troppo segnato dalla
napoletanitá
degli altri interpreti ed invece si é sentito a casa. Si é rivelato
un eccellente
attore,
capace di toccare corde fortemente comiche insieme a note dolcemente
romantiche.
Ottimi
i suoi "testa a testa" con la bellissima Serena Autieri.
Hanno creato insieme una
coppia
di innamorati divertente e allo stesso tempo capace di regalare al
pubblico un
storia
d'amore delicata e vincente.
Tosca
d'Aquino mi ha sorpreso per la sua bellezza che dai tempi più acerbi
del suo exploit
con
Pieraccioni ha ora acquistato uno spessore espressivo che la rende
ancora più
affascinante
di prima. E poi fa ridere Tosca. Moltissimo. É davvero una
caratterista bella,
combinazione
che nel panorama del cinema italiano conta poche rappresentanti.
Infine
ho avuto l'onore di una fantastica partecipazione del grande Carlo
Giuffre’, padre di
Paolo
nel film. Oltre ad avere interpretato magnificamente il proprio
ruolo, é anche riuscito
a
dare al personaggio di Paolo, una umanità molto profonda.
Altra
novità è stata la collaborazione con Alessandro Pesci le cui
capacità tecniche
conoscevo
solo dai film che avevo visto in sala. Lavorarci fianco a fianco é
stata
certamente
una mossa indovinata ed il film ne ha tratto un grande giovamento
perché,
come
si dice nel proverbio, "l'occhio vuole la sua parte", e
questo, sopratutto al cinema, é
davvero
fondamentale.
Insomma
io del film sono molto contento e spero ovviamente che ancora più
contento sia il
pubblico
quando lo vedrà in sala.
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